Il significato degli ordini minori nella sacra liturgia

GesĂą Cristo il sommo adoratore del Padre e sommo ministro liturgico.
Erstellt von kathnews-Redaktion am 17. September 2011 um 14:02 Uhr
Niedere Weihen bei der FSSPX

Il primo e più perfetto adoratore del Padre è Gesù Cristo, il Figlio incarnato di Dio. L’opera della salvezza da Lui compiuta aveva come scopo principale il prestare onore e gloria al Padre al posto dell’umanità peccatrice, incapace di prestare un culto degno e a Dio accetto. Il ristabilimento del vero culto Divino e l’espiazione nei confronti della Maestà Divina, oltraggiata a causa delle innumerevoli forme di perversione di culto, costituivano lo scopo primario dell’Incarnazione e dell’opera della Redenzione. A questo era inseparabilmente unito lo scopo della redenzione del genere umano. L’uomo è redento al fine di adorare Dio in Spirito e in Verità: in questo consiste la vera salvezza dell’uomo e da ciò egli attinge la sua felicità. Nell’uomo redento, che possiede la filiazione Divina per Grazia, la vera adorazione si unisce con l’atto d’amore verso Dio. La liturgia dice: “O Signore, le nostre lodi non possono aumentare la Tua grandezza, ma portano a noi salvezza (Te non augent nostra praeconia, sed nobis proficiunt ad salutem)” (Messale Romano, Prefazio comune IV).

Costituendo i Suoi apostoli veri sacerdoti nella Nuova Alleanza, Gesù ha lasciato alla Sua Chiesa il Suo sacerdozio e con esso il Suo supremo culto d’adorazione, che è il sacrificio della Croce. Egli ha insegnato ai Suoi apostoli per mezzo dello Spirito Santo che il culto della Nuova Alleanza doveva essere il compimento del culto dell’Antica Alleanza. Così gli apostoli hanno trasmesso la loro potestà ed il loro servizio liturgico in tre gradi, ossia in tre ordini gerarchici. Il culto della Chiesa doveva svolgersi secondo un ordine.

Il Liturgo supremo è Cristo. Egli contiene in sé ed esercita tutto il culto Divino anche nelle minime funzioni. A questo fatto si possono riferire anche le seguenti parole di Cristo: “Sono tra voi come uno che serve” (Lc 22, 27). Cristo è il ministro, è anche il “diacono” per eccellenza. Cosi lo è anche il vescovo come supremo possessore del servizio liturgico di Cristo. Nell’episcopato sono contenuti tutti i ministeri e servizi del culto pubblico: il ministero del presbiterato, il ministero del diaconato, il ministero dei ministranti ossia degli ordini minori. Nella Messa pontificale secondo la forma straordinaria del rito romano, il vescovo vestiva tutte le vesti, anche degli ordini inferiori. Nell’assenza di tutti i ministri inferiori, il vescovo può compiere lui stesso tutte le funzioni liturgiche del presbitero e del diacono e persino degli ordini minori, ossia dei ministranti. Nell’assenza del diacono, il presbitero può compiere lui stesso tutti le funzioni liturgiche del diacono e persino degli ordini minori, ossia dei ministranti. Nell’assenza del diacono, il suddiacono, i minoristi o i ministranti possono compiere alcune delle funzioni del diacono.

Questo articolo è la seconda parte di una serie a cura di S.E. Mons. Athanasius Schneider.

Foto: Niedere Weihe bei der Priesterbruderschaft St. Pius X. – Bildquelle: fsspx.info

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