Il significato degli ordini minori nella sacra liturgia

Prima parte di una serie a cura di Mons. Athanasius Schneider.
Erstellt von kathnews-Redaktion am 12. September 2011 um 17:28 Uhr
Heilige Weihe

Circa la natura della sacra liturgia, ossia del culto Divino, Dio stesso ci ha parlato nella Sua Santa Parola e la Chiesa l’ha spiegata nel suo Magistero solenne. Il primo aspetto basilare della liturgia è questo: Dio stesso dice agli uomini come devono onorarLo; in altre parole è Dio che dà norme e leggi concrete per lo svolgimento, anche esteriore, del culto della Sua Divina Maestà.

Di fatto l’uomo è ferito dal peccato originale e per questo è profondamente caratterizzato dalla superbia e dall’ignoranza, e più profondamente ancora è caratterizzato dalla tentazione e dalla tendenza a porsi al posto di Dio al centro del culto, cioè a praticare l’auto-adorazione nelle sue varie forme implicite ed esplicite. La legge e le norme liturgiche sono quindi essenzialmente necessarie per un autentico culto Divino. Queste leggi e norme devono trovarsi necessariamente nella Rivelazione Divina, nella parola di Dio scritta e nella parola di Dio trasmessa dalla tradizione.

La Rivelazione Divina ci trasmette una ricca e minuziosa legislazione liturgica. Un intero libro dell’Antico Testamento è dedicato al diritto liturgico: il Libro del Levitico e parzialmente anche il Libro dell’Esodo. Le singole norme liturgiche del culto Divino dell’Antico Testamento hanno avuto solo un valore transitorio, poiché il loro scopo era di essere una figura, un’indicazione al culto Divino che avrebbe raggiunto la sua pienezza nel Nuovo Testamento. Tuttavia vi sono alcuni elementi di validità perenne: in primo luogo il fatto stesso della necessità di una legislazione liturgica, in secondo luogo che vi sia una legislazione dettagliata e ricca del culto Divino ed infine il fatto che il culto Divino si svolga secondo un ordine gerarchico. Tale ordine gerarchico si presenta così concretamente tripartito: sommo sacerdote – sacerdote – levita; nel Nuovo Testamento, rispettivamente: vescovo – presbitero – diacono/ministro.

Gesù è venuto non per abolire la legge, ma per condurla a pienezza (cfr. Mt 5, 17). Egli diceva: “Finché non siano passati il cielo e la terra, non passerà neppure uno iota o un segno dalla legge, senza che tutto sia compiuto” (Mt 5, 18). Questo risulta valido in modo particolare anche per il culto Divino, giacché l’adorazione di Dio costituisce il primo comandamento del decalogo (cfr. Es 20, 3-5). Il fine di tutta la creazione è questo, gli angeli e gli uomini e persino le creature irragionevoli, per la loro stessa esistenza devono lodare e adorano la Maestà Divina, così come dice la preghiera rivelata del Sanctus: “I cieli e la terra sono pieni della Tua gloria” (cfr. Is 6, 3).

Foto: hl. Weihe – Bildquelle: BĹ‚aĹĽej Benisz, CC

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